Ryszard Kapuściński è considerato uno dei più grandi giornalisti del ‘900. Per come ha vissuto e per il genere di esperienze che hanno caratterizzato sia la sua carriera di giornalista sia quelle di uomo libero proveniente da un paese in catene, è tuttora difficile capire ed interpretarne luci ed ombre; ma, per lo scopo del nostro blog, che è quello di una informazione essenziale , basterà tratteggiare alcuni aspetti di questo uomo che fin da bambino e per tutta la sua esistenza fu pervaso da una inquietudine provocata principalmente da due innati e forti istinti: la libertà e la curiosità. È ovvio che l’infanzia trascorsa nella tempestosa Polonia degli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale, le condizioni di disagio e povertà in cui versava la famiglia dopo l’occupazione sovietica alimentarono in lui la forza e il coraggio di fare quel salto tanto agognato, sognato e immaginato oltre la frontiera. Fu senza dubbio il talento della scrittura a facilitargli la realizzazione di quel passaggio e il giornalismo fu il campo in cui egli espresse in pieno il suo talento. Non dimenticò mai il suo passato, anzi, furono proprio i ricordi del tempo trascorso a contatto con la povertà e con la mancanza di libertà a fargli meglio comprendere il dramma delle popolazioni povere presso le quali egli lavorò per quasi tutta la vita: Africa, Asia, Sud America e Centro America. Un percorso infinito nelle contraddizioni e nelle miserie dell’umanità dove Dio mostrava difficilmente la Sua pietà. Per Kapuściński il viaggiare non doveva essere un’occasione di mera osservazione e annotazione delle cose viste, ma doveva avere un carattere ‘verticale’, a significare che il viaggiare arricchisce l’individuo come uomo e come reporter solo quando ci si mescola integralmente alle persone dei luoghi condividendone le esperienze di vita. Dunque vivere tra gli altri e come gli altri.
Il giornalismo di Kapuściński si esprime con un linguaggio scevro da ogni retorica, chiaro, essenziale capace di rendere la comunicazione diretta ed efficace. Oltre ad essere stato un grande giornalista, egli fu autore di libri magistralmente scritti e tradotti in numerose lingue. Citiamo: Imperium, Autoritratto di un reporter, In viaggio con Erodoto.