Riceviamo con entusiasmo il bellissimo articolo di Giulia Urso “Impressioni di Polonia” in cui viene fuori un ritratto di alcuni aspetti della Polonia visti da una giovane studiosa italiana, proveniente dalla Sicilia, sedotta dalla cultura di una nazione che fino a qualche decennio fa sembrava irraggiungibile per noi italiani. Grazie ad una collaborazione di lavoro con la Società Dante Alighieri di Wroclaw (Breslavia), Giulia ha avuto modo di fare tante esperienze che l’hanno portata a contatto diretto con la gente e a conoscerne la storia attraverso paesi e città importanti e meno importanti ma tutte meravigliose.
Le note biografiche seguono l’articolo. Il tutto è corredato da un numero di fotografie magistralmente fatte. È proprio il caso di dire fatte con il cuore.
Nota – Tre fotografie sono state scattate dal dottor Gianluca Olcese, presidente della SDA di Wroclaw (v didascalie).
Grazie Giulia! Tanti auguri per i tuoi studi e per la tua carriera.
Impressioni di Polonia
di Giulia Urso

Il detto “una faccia una razza” viene solitamente usato per indicare quanto simili siano greci e italiani come modi di fare, di vita e cultura. Con buona pace dei miei amici italiani che vivono in Polonia da molti anni, posso estendere questo detto anche ai polacchi. Non so se sia una questione prettamente generazionale ma una delle tante cose che mi ha colpito di questo posto sono stati i modi di fare cordiali e affabili che ho spesso riscontrato nelle persone. Sarò anche stata molto fortunata, ma nei miei mesi di Erasmus ho davvero conosciuto un volto amichevole e umano della Polonia, che spesso non mi ha fatto sentire così straniera in un luogo molto lontano da casa mia. La Polonia è ricca di storia e cultura, è anche ricca di voglia di fare, di riscattarsi e far sentire la propria voce nel nostro contesto europeo e mondiale. Città come Breslavia e Cracovia vibrano di questa energia che scorre nelle loro architetture, nei loro bar, in turisti e studenti che ogni giorno riempiono le vite e le piazze, che le popolano.
Le grandi città che ho visitato sono state Poznan, Katowice, Danzica, Cracovia, Breslavia (quest’ultima come sede del mio Erasmus). Una delle cose che più mi ha colpito è stata proprio il peso della Storia, ancora palpabile e respirabile nei diversi tessuti urbani… nonostante alcune volte mi sia sembrato troppo confezionato ad hoc per i turisti. In questo campo però mi è sembrata un’iniziativa degna di nota sono i numerosi walking tours, che ti consentono di girare le città con delle guide locali in cambio di una donazione ad offerta libera. Seguire quei simpatici personaggi con l’immancabile ombrello giallo mi ha fatto conoscere scorci pittoreschi, storici ed insoliti di tutte le città.
Se l’aria internazionale (la lingua inglese un po’ meno) è una costante delle grandi città, è nei piccoli paesi che ho potuto sperimentare la curiosità e lo spirito di accoglienza tipici della Polonia, una passeggiata sul Baltico per le spiagge di Międzyzdroje, un piccolo giro per la ricostruzione del villaggio vichingo di Wolin, una ripida scarpinata per le foreste e le cascate di Karpacz con i suoi Monti dei Giganti, una ripida discesa negli stabilimenti montani di Zakopane, forse di queste la città più turistica ma ugualmente deliziosa. E dulcis in fundo il piccolo paese di Bolków, il più autentico tocco di Polonia del mio viaggio, reso ancora più bello dall’agriturismo Chata Morgana e il suo campo di lavanda che ha riempito di viola e di profumi il paesaggio. Ho avuto modo di conoscere tramite i racconti dei proprietari di Chata Morgana come è stato vivere in Polonia negli anni passati, e quali grandi conquiste sono state fatte finora su tutti i fronti, fare la loro conoscenza è stata una chiave importante per capire meglio la complessità di questo Paese e le sue contraddizioni.
Ho raccontato dei luoghi che mi hanno rubato il cuore, ma non posso tacere ciò che ha reso la mia esperienza unica: le persone. Per iniziare, la grande famiglia degli expats italiani, perché è anche grazie a loro, tra una cena e l’altra, tante chiacchiere e un po’ di birra, che sono riuscita a sentirmi come a casa, non posso dimenticare quanti mi hanno fatta sentire membro di un team affiatato, con il loro affetto e il loro sostegno, soprattutto nei momenti più bui. L’unione fa sempre la forza, e non posso pensare ad un gruppo più bello se non quello che ha ospitato e reso possibile il mio Erasmus, la Dante Alighieri, a noi super tirocinanti, ai docenti e ospiti internazionali con cui ho avuto il piacere di collaborare, a chi mi ha guidata e formata, ai caffè e alle scaramucce in ufficio. Non posso che ricordare sempre con un tuffo al cuore quelle mura di Komuny Paryskiej, che sono state il luogo principale di questo mio breve ma intenso periodo di formazione culturale e personale.
In generale la Polonia è stata uno di quei pochi posti in cui ho avvertito un genuino amore e una sana curiosità nei confronti dell’Italia, amore molto sofferto ma voluto soprattutto da tutti gli studenti di italiano, sia dell’Università che della Dante, il cui numero mi ha piacevolmente colpito. Anche i miei studenti sono stati una parte fondamentale di questa esperienza, con la loro passione e la loro tenacia, è stato bello confrontarsi e conoscersi, e complice anche la poca differenza di età, è stata una grande soddisfazione, dal punto di vista umano e professionale aver trascorso tante ore insieme, avvicinando le nostre culture ed i nostri mondi.
La mia generazione, in Polonia come in Italia, ha davvero voglia di farsi valere e questo è davvero tangibile. Con l’augurio che questa nostra energia possa far crescere con linfa nuova i nostri Paesi, così distanti e simili, un po’ come noi, che li abitiamo. Non posso che rinnovare la mia gratitudine per tutto ciò che è stato, per il bello ed il cattivo tempo. Con l’augurio che possa sempre e comunque splendere su di noi un fiducioso e raggiante sole.
Dziękuję bardzo Polska i do widzenia!
Giulia Urso
Nata a Catania il 27 agosto del 1996, studentessa di lingue straniere con la passione per la letteratura e il desiderio di conoscere nuovi luoghi e culture, ha conseguito il diploma al liceo classico Gulli e Pennisi di Acireale e la laurea triennale in Mediazione Linguistica ed Interculturale (curriculum trilingue: inglese-tedesco-arabo) presso l’Università degli Studi di Catania con una tesi sulle riscritture dei miti nordici in epoca moderna. Ha preso parte diverse volte al programma Erasmus, studiando così alla Pädagogische Hochschule di Freiburg e alla Karl-Franzens-Universität di Graz; dopo la laurea triennale ha collaborato con la Società Dante Alighieri di Breslavia e la Uniwersytet Wrocławski, insegnando così lingua e cultura italiana agli studenti della laurea triennale e per i corsi di livello B1-B2 della Dante Alighieri, grazie alla quale ha preso parte anche a diverse iniziative culturali nella città di Breslavia (Wrocław). Attualmente vive a Parma, dove è membro dell’associazione Arte Migrante e del suo laboratorio teatrale. Studia per la laurea magistrale nel corso Lingue Culture e Comunicazione (Interateneo tra l’Università di Parma e l’Università di Modena e Reggio Emilia).





























confermo, ho sempre trovato la Polonia molto accogliente e, anche se con problemi di lingua, sempre gente molto disponibile. Adesso che so anche qualche parolina, quando torno mi sento sempre più a casa. Bel Paese!
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