Un angelo nel momento del bisogno – Pewnego niedzielnego wieczoru, mając 26 lat… – Graziella Chini –

Una storia vera. Una epifania della nostra collaboratrice Graziella Chini. Un bellissimo momento della sua vita vissuto casualmente in gioventù durante il primo viaggio in aereo. Non sempre il tempo è tanto crudele da seppellire per sempre il nostro passato, anzi, dopo tanti anni esso ci restituisce tutto e, come epifanie, appunto, quel che sembrava dimenticato, eccolo riapparire inaspettatamente davanti ai nostri occhi che restano meravigliati per le forti emozioni che ancora, tali ricordi, sono in grado di scuotere il nostro essere.

Grazie a Graziella e alla nostra traduttrice Magdalena Ryder. I nostri lettori vi seguono sempre con piacere. Alla prossima!

Avevo 26 anni. Una domenica sera varcai le porte dell’aeroporto di Francoforte. Era la mia prima volta che prendevo l’aereo, sapevo solo che era ignorato dai miei genitori. Loro non erano mai stati su un aereo, allora non c’era l’ usanza di servirsi di questo mezzo, forse per paura, forse troppo moderno e sofisticato per la loro mentalita’. Per me significava solo terrore,  in questo mio primo viaggio volevo ricredermi e scoprire se ne valesse davvero la pena, sfatando pregiudizi assurdi.Persistette incontrollabile il mio batticuore, senza nessuno spalla su cui appoggiarmi, senza una parola di conforto come si aspettano tutti alle loro prime esperienze, per me non fu così, dovetti combattere da sola, con me stessa a farmi forza, cacciando le mie unghie nelle mani fino a farmi male. Non conoscevo la trafila di immettersi sulla navetta per andare all’aereo, notai tra l’altro che ero l’unica donna, ero circondata da soli uomini, altissimi, vestiti tutti uguali, abito scuro giacca e cravatta, con la 24 ore sotto il braccio che mi guardarono come una mosca bianca, unica donna e davvero non compresi questa mia unicità ! Forse uomini d’affari che si spostavano per lavoro da una città all’altra ma erano quasi tutti con occhiali scuri, quasi da far paura, con l’aria di grandi manager !  Titubante salii sull’aereo, andai al mio posto, ero vicino al finestrino, si sedette alla mia sinistra un signore molto distinto che assomigliava tantissimo ad Alberto Lupo con  basette brizzolate, almeno una ventina di anni più vecchio di me. Ebbi il desiderio di manovrare in alto la valvola per l’aria che non si aprì e questo signore, vedendomi in difficoltà, mi aiuto’ a farmela funzionare. Mi sembrava di respirare meglio, quel suo gesto spontaneo mi rincuoro’ e in parte mi tranquillizzo’. L’areo si mosse, girava con calma sulle piste fino a raggiungere quella rettilinea, lunghissima, per il decollo, rumore sempre più forte, assordante, tremai di paura ma non volevo far vedere la mia insicurezza, quel signore mi aveva gia’ aiutato tanto, il mio cuore era a mille, riuscii a trattenere la mia ansia dopo il decollo quando i motori si attenuarono. Si iniziò subito dopo a parlare, molto gentilmente mi racconto’ la sua professione, era proprietario di un grande negozio di abiti da sposa in via Farini a Milano, “Rochy Moles”, la sua ragione sociale come il suo nome e cognome, tante clienti mi diceva dalle mille esigenze diverse … rimasi stupita … non volevo a mia volta confidarmi con uno sconosciuto e le mie risposte furono quasi sempre a monosillabi.  Mi disse che gli ricordavo Mina come viso, forse il naso pronunciato, i capelli ricci che portavo in quegli anni, molto cotonati com’erano di moda… capii che voleva farmi delle avances nonostante la mia fede al dito gli scappo’ di chiedermi se fossi sposata … sempre più
imbarazzata di quel colloquio che duro’ tutto il viaggio, timidamente il mio si lo confermo’. Si premuni’  di darmi un passaggio fino a casa, quando fossimo arrivati, aveva la sua auto nel posteggio dell’aeroporto ma rifiutai subito perché non volevo disturbarlo, o meglio ero scettica, anche se dal primo impatto mi sembrava una persona fidata, ero attratta da quel suo fascino signorile e dai modi molto garbati
ma il mio cuore non rispondeva ad accettare … avevo paura che succedesse qualcosa di irreparabile, che commettessi errori, gli dissi pertanto che avrei preso un taxi, lo ringraziai e mi sembro’ la risposta giusta. Mi forni’ il suo biglietto da visita coi suoi recapiti per contattarlo in caso di bisogno ed accedere al suo negozio. Piano piano la paura cessò fino a quando il volo non si concluse, si avverti’ un altro rumore, un frastuono davvero incredibile, prontamente Rochy mi calmo’ dicendomi che l’aereo stava frenando dopo l’atterraggio. Aveva intuito che fosse il mio primo volo senza dirmi nulla per confermaglielo, le sue premure  mi fecero ritrovare le forze, sembro’ tutto più facile, mi sentii rassicurata, quel signore fu per me di grande aiuto, una persona piu’ che positiva, in un grande momento difficile che non dimentichero’ mai. Non mi accorsi ne’ della sospensione, ne’ della meraviglia che in meno di 2 ore fossi di nuovo a Milano, a casa mia.
Mi rilassai finalmente da quell’incubo iniziale, a volte si parte male nell’affrontare le cose nuove, a volte non vanno come si pensa ma vanno come agiamo noi e constatiamo che spendiamo troppo tempo per paure inesistenti, gettiamo via molte opportunità per nostre pecundrie !
Non entrai mai nel suo negozio, volli solo andare in via Farini per curiosita’ se davvero le indicazioni corrispondessero alla verita’ e infatti corrisposero, ai miei occhi luciccanti vetrine, tutte scintillanti di abiti da sposa … senza farmi vedere, sbirciai in sordina e me ne tornai a casa soddisfatta !
Non lo incontrai più, avrei dovuto contattarlo io, il mio numero non lo conosceva, avevo bisogno di non rovinare quel ricordo pulito, come magico, un uomo disponibile che si presento’ al momento giusto per aiutarmi. Credo molto nella Provvidenza, quando ci sentiamo soli ed abbondonati, si accende improvvisamente una scintilla, come una stella improvvisa che ci aiuta, e per me è stato veramente così, non ci dobbiamo disperare mai, per chi ci crede, ognuno di noi ha un Angelo che ci viene in aiuto, sempre, ecco il mio Angelo e’ stato lui, questo bellissimo uomo che molte donne avrebbero perso la testa e avrebbero fatto carte false per conquistarselo !
Alla fine ce l’ho fatta, mi domandai felice, il mio primo volo l’avevo superato, domattina sarò in ufficio come mi ero prefissata dopo un week-end di irresponsabili che aggiunsero un altro giorno di vacanza a mia insaputa… li ho lasciati la’, in Germania, di stucco, con tanto stupore e increduli, perché non compresero bene il mio eccessivo zelo, insegnatomi fin da bambina dai miei genitori … una compagnia di squinternati, ben felice di essermene liberata,  meglio aereo da affrontare che mancare al mio posto di lavoro !
A distanza di tempo mi interrogo ancora adesso … forse sono stata esageratamente eccessiva ? … ma a distanza di tempo … mi piacque essermi comportata così !

 

Pewnego niedzielnego wieczoru, mając 26 lat, po raz pierwszy w życiu przekroczyłam próg lotniska we Frankfurcie. To miał być mój pierwszy lot samolotem. Sama nie wiem dlaczego, ale właśnie ten środek transportu był totalnie ignorowany przez moich rodziców. Oni sami też nigdy w swoim życiu nie lecieli samolotem, po pierwsze dlatego, że dawniej nie było to tak popularne jak teraz, pewnie też z powodu strachu przed czymś nowym, a może po prostu uważali ten sposób podróżowania za zbyt wyrafinowany w stosunku do ich mentalności. Dla mnie samej podróż samolotem kojarzyła się przede wszystkim z przerażeniem, jednak mimo wszystko zdecydowałam się na ten krok, aby samej móc się przekonać czy warto i przede wszystkim aby pokonać swoje absurdalne uprzedzenia.

Moje serce waliło jak oszalałe, byłam tam zupełnie sama, bez żadnej bratniej duszy, od której  mogłabym dostać jakiekolwiek wsparcie tak bardzo potrzebne każdemu, szczególnie w chwilach swoich pierwszych, trudnych doświadczeń. Niestety nie mogłam na to liczyć, musiałam radzić sobie sama, z nerwów zaciskałam mocno pięści tak, że paznokcie wbijały się w moje dłonie, aż do bólu. Nie znałam nawet procedur obowiązujących przy wsiadaniu na pokład samolotu. Szybko zorientowałam się, że jestem tam jedyną kobietą otoczoną przystojnymi, dobrze ubranymi w eleganckie garnitury mężczyznami, którzy patrzyli na mnie ze zdziwieniem. Czy naprawdę widok samotnie podróżującej kobiety był dla nich, aż tak dziwny?!  Wszyscy nosili ciemne okulary, a ich wygląd powodował respekt. Prawdopodobnie byli to jacyś biznesmeni, którzy podróżowali w interesach do różnych miast. Pełna obaw wsiadłam do samolotu, po czym zajęłam swoje miejsce znajdujące się przy oknie. Obok mnie usiadł co najmniej 20 lat ode mnie starszy, dystyngowany dżentelmen z siwymi bokobrodami, z wyglądu przypominający Alberto Lupo. Zrobiło mi się duszno, chciałam uruchomić nadmuch powietrza, ale nie mogłam sobie z tym poradzić. Mężczyzna siedzący obok, widząc moje desperackie zmagania zaoferował mi swoją pomoc.  Ten spontaniczny gest dodał mi otuchy i częściowo „ukoił” moje nerwy, zaczęłam oddychać lżej. Samolot ruszył spokojnie, zbierając lekkie zakręty docierając po kilku minutach do długiego pasa startowego. Silniki zaczęły pracować coraz głośniej, warcząc złowrogo ogłuszającym hałasem. Ze strachu cała drżałam, nie chciałam jednak pokazywać swojej słabości, ten mężczyzna przecież pomógł mi już wystarczająco dużo.  Uspokoiłam się dopiero po starcie, kiedy to silniki ucichły, a atmosfera zrobiła się bardziej przyjazna. Po krótkiej chwili zaczęliśmy swobodnie rozmawiać. Opowiedział mi po krótce kim jest i jaki zawód wykonuje. Okazała się, że jest właścicielem dużego salonu z sukniami ślubnymi  znajdującego się przy ulicy Fariny w Mediolanie. Sklep nazywał się jego imieniem i nazwiskiem „Rochy Moles”. Codziennie przewijało się tam mnóstwo kobiet z przeróżnymi potrzebami i wymogami. Byłam naprawdę zdumiona….. Ja ze swojej strony nie miałam potrzeby zwierzania się nieznajomemu, dlatego też prawie na każde jego pytanie odpowiadałam monosylabowo. W pewnym momencie wyznał, że przypominam mu Minę, może ze względu na mój wydatny nos, a może ze względu na moje kręcone, upięte starannie włosy, zgodnie z obowiązującymi trendami ówczesnej mody. Zorientowałam się, że próbuje mnie poderwać i mimo mojej ślubnej obrączki na palcu, nie omieszkał zapytać czy jestem mężatką. Coraz bardziej zażenowana rozmową trwającą cały czas podróży, nieśmiało potwierdziłam swój stan cywilny. Jako, że samochód swój miał zaparkowany na parkingu lotniska, zaproponował, że podwiezie mnie do domu,  nie skorzystałam jednak z jego oferty mimo, iż od pierwszego wejrzenia wydawał się być osobą godną zaufania, która pociągała mnie swoim eleganckim wyglądem i dobrymi manierami. Mimo wszystko, moje serce nie odpowiedziało na zaproszenie, po prostu bałam się, że może stać się coś nieodwracalnego, że popełnię jakiś błąd, którego potem mogłabym żałować. W tamtej sytuacji najbardziej właściwym wydawało mi się podziękowanie grzecznie za pomoc  i poinformowanie, że wezwę taksówkę. Na wypadek gdybym kiedykolwiek czegoś potrzebowała wręczył mi swoją wizytówkę zapraszając jednocześnie w odwiedziny do swojego sklepu. Pomału mój strach ustawał, aż do momentu  zakończenia lotu, kiedy to ponownie rozległ się naprawdę potworny huk silników. Także wtedy Rochy przyszedł mi z pomocą, uspokajając mnie tłumaczył, że to normalny dźwięk w momencie hamowania samolotu. Nie dał tego po sobie poznać, ale z pewnością zorientował się, że to był mój pierwszy lot. Obecność tego dżentelmena dodała mi siły i otuchy, wszystko wydawało się być łatwiejsze, czułam się spokojna i bezpieczna. W tym tak trudnym dla mnie momencie, Rochy okazał się być dla mnie wielkim wsparciem, był kimś więcej niż tylko jakaś miła osoba siedząca obok, nigdy go nie zapomnę.  Zanim się zorientowałam, po dwóch godzinach byłam z powrotem w swoim domu w Mediolanie. W końcu mogłam się odprężyć.

Czasami jest tak, że boimy się zmierzyć z nowymi sytuacjami jakie niesie nam życie, niekiedy nie wszystko przebiega  po naszej myśli, ale ostatecznie jakoś wszystko się układa, a my sami zdajemy sobie sprawę, że przez wyimaginowane lęki i uprzedzenia tracimy wiele szans i możliwości w życiu!

Nigdy nie odważyłam się wejść do jego sklepu, ale kierowana zwykłą ciekawością pewnego dnia przespacerowałam się ulicą Farini, aby sprawdzić czy dane z wizytówki odpowiadają rzeczywistości. Wszystko było tak jak mówił. Moim oczom ukazały się duże, błyszczące witryny sklepowe, w których dumnie prezentowały się prześliczne suknie ślubne……chcąc pozostać niezauważoną, zerknęłam tylko ostrożnie do środka i zadowolona wróciłam do domu!

Nigdy więcej go nie spotkałam. To ja powinnam się była z nim skontaktować, ponieważ on nie znał mojego numeru telefonu, ale nigdy tego nie zrobiłam, przede wszystkim w obawie zniszczenia tego jakże wyjątkowego i  czystego wspomnienia jakie pozostało w mojej pamięci, wspomnienia o mężczyźnie, który w magiczny sposób pojawił się właśnie w tym momencie, w którym tak bardzo go potrzebowałam. Osobiście wierzę w Opatrzność. Kiedy czujemy się samotni i porzuceni, niespodziewanie zapala się pewna iskra, która jak jasna gwiazda prowadzi nas przez napotkane ciemności.  W moim przypadku właśnie tak było. Każdy z nas ma swojego Anioła, który przychodzi nam z pomocą zawsze wtedy kiedy go potrzebujemy. Nigdy nie należy rozpaczać. W moim przypadku właśnie tak było, głęboko wierzę, że to właśnie Rochy  był moim Aniołem. Tak, właśnie ten przystojny, szarmancki mężczyzna, dla którego prawdopodobnie wiele kobiet straciło głowę!  Wiele z nich zrobiłoby wszystko aby go zdobyć!

W końcu to zrobiłam, pomyślałam szczęśliwa, mój pierwszy lot samolotem miałam już za sobą. Jutro znów znajdę się w moim biurze…

Po tak długim czasie nadal się zastanawiam….. czy może moje zachowanie było zbyt przesadne? …..ale po jakimś czasie dochodzę do wniosku, że zachowałam się słusznie!

trad Magdalena Ryder

 

 

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