I
Il dolore si sopisce, ma non scompare. In verità non vi è medicina perché esso sia annullato, per cui il ricordo, alla prima occasione ce lo restituisce, a volte, con la stessa intensità provata nel tempo che esso ci colpì la prima volta. Tale è la sensazione che angoscia e morde il cuore di Monica nel momento in cui alcune immagini della realtà circostante fanno affiorare nella sua mente le crudeltà di ciò che avvenne in guerra. Questo componimento, dunque, vuole essere una testimonianza di emozioni esplose da quel sangue versato che continua a tormentare le coscienze di una umanità che, da sempre, non riesce ad abituarsi alla pace.

Grazie Monica. Alla prossima.
Ai Caduti Partigiani, con i quali seppellimmo i Nostri Sogni…
Monica Struchil
Si voltò lento, con lo
sguardo stanco,
vide l’immagine riflessa
nello specchio: quel viso spento e quel
sorriso vecchio…
Tremò la mano e il
volto venne bianco.
Rimase fermo al centro
della stanza,
i suoi pensieri
iniziarono una danza:
frasi non dette, eco dei
ricordi,
compagni persi, amici
sordi…
Ricordi vecchi, smarriti
nella storia,
si abbandonò confuso
alla memoria:
sentì il suo piede sicuro
sul sentiero
e l’urlo acuto di un
piccolo sparviero.
Sentì il rumore dei carri
nella valle,
il vento gelido sfiorare
le sue spalle,
lo scricchiolio delle
foglie sul terreno
e tutto intorno…
L’odor del fieno.
Si ricordò degli anni
della guerra:
della sua scelta di fare
il partigiano,
le notti insonni, il
freddo della terra e
l’arma stretta, sicura,
nella mano.
Si rammentò dove
giacevano i compagni:
tra stelle alpine e
profumati stagni,
sotto la neve che gela
ogni sorriso
ed una lacrima segnò il
suo viso…
Sedette stanco nel
centro della stanza,
i suoi pensieri
conclusero la danza:
nessun compagno,
niente amici intorno,
né la speranza che li
mosse un giorno.
Gli stessi uomini ora al
governo:
la voce forte di un
nemico eterno.
Nessun Partito, nessun
dovere,
solo la corsa rapida
al potere…
…
Come portati dal vento
del mattino
i loro nomi
riecheggiano in
montagna,
nelle città che ne
segnarono il destino
o nelle vaste pianure di
Romagna…
… Su vecchi muri e
rocce d’argento
possiamo ancora
vedere i loro volti:
vecchi ritratti che
accarezza il vento
su cui non posano gli
occhi degli stolti.
Ragazzi giovani, dai
volti bianchi,
testimonianze di giorni
ormai lontani,
che ancora narrano a
noi, distratti e stanchi,
le gesta eroiche di fieri
partigiani…
… Quanto dolore e
sangue in quella guerra
per cancellare il male
dalla Terra…
Ma un triste monito
sussurra la memoria:
col proprio sangue non
si fa la storia…
28/11/2005