

Pubblico con grande piacere la recensione di ‘Quella notte in Polonia, 1/4/2005” dello studioso Piotr Pokorny, profondo conoscitore dell’Italia in tutti i suoi aspetti. E’ bello avere e contare su amici schietti e sinceri geograficamente lontani, ma vicini nel pensiero e nelle emozioni. Grazie amico mio!
Quella notte in Polonia, 1/4/2005 – di Guido Parisi.
Pathos Editore, Torino 2021
Recensione
Piotr Pokorny
“Non so veramente se questo racconto sia frutto di immaginazione o di una realtà vissuta. Forse è la stessa cosa.” – ecco la citazione della dedica che l’autore ha messo nella copia del suo libro prima di regalarmela. È difficile cercare le frasi più appropriate che potrebbero incoraggiare un lettore alla lettura di questo racconto.
Intrigante e misteriosa, piena di significati nascosti che costringono chi legge a continue riflessioni, così in breve si può caratterizzare la storia presentata da Guido Parisi.
L’autore che per diversi anni ha vissuto a Katowice dove ha insegnato la lingua e la cultura italiana all’Università della Slesia, porta il lettore nei luoghi che ha conosciuto molto bene durante la sua permanenza in Polonia, cioè a Katowice ed a Sosnowiec. Queste due città vicine, diventano la scena dove si svolgono i momenti cruciali del suo racconto. Egli mostra una insolita tecnica narrativa che gli permette di percepire l’energia racchiusa nei luoghi dove ha soggiornato e le emozioni manifestate dalle persone che ha incontrato. In che altro modo si può spiegare il suo interesse verso una città come Katowice, così estreanea per un italiano? Le reazioni emotive provate da lui, si trasformano in visioni artistiche che diventano le vere e proprie fonti ispiratrici del suo processo creativo.
Quella notte in Polonia ci trasporta nei tempi oscuri del ventesimo secolo, ovvero nella Seconda Guerra Mondiale. Si tratta della storia di un ragazzo tedesco Albert Kissinger che educato secondi i principi dell’ideologia fascista, con il passare del tempo, diventa uno spietato carnefice della macchina di morte ideata da Adolf Hitler. Il giovane ufficale, appena ventireenne, svolge le proprie mansioni nel campo di concentramento di Auschwitz, dove si fa conoscere come un crudele e fedele esecutore degli ordini del Führer. Il suo compito consiste nello sterminio delle cosiddette razze umane inferiori alle quali, secondo l’ideologia fascista, appartenevano gli ebrei, gli zingari e gli slavi.
Guido Parisi racconta questa storia con grande disinvoltura, rendendola molto accattivante. Il libro si legge tutto d’un fiato come se fosse uno thriller, che in realtà non è. L’autore è riuscito ad andare oltre gli schemi caratteristici della narrativa. La fabula diventa per lui solo un pretesto per affrontare argomenti fondamentali, spesso di carattere esistenziale, ovvero l’esistenza del Dio, il peso del peccato o il significato del perdono. Per di più, lo scrittore pone domande riguardanti i confini della lealtà dei soldati verso gli ordini e la loro responsabilità morale per i crimini comessi a nome dell’ideologia.
Il racconto è una parabola il cui senso va oltre un arco temporale della fabula. La storia presentata ha un forte significato molto attuale. L’autore ricorda ai lettori come una nazione può essere facilmente manipolata da chi è al potere, sicché la sua voce si fa strumento di avvertimento contro la negazione dei valori democratici, mostrando dove certe politche di populismo estremo possono condurre le nazioni Da questo punto di vista il valore del romanzo rimane oggi, come già detto, più attuale che mai.
La produzione letteraria, come ogni forma di espressione artistica, è un’interazione tra l’artista e la sua opera. Guido Parisi nel primo praragrafo del suo racconto sostiene che durante il processo artistico si deve creare sintonia e sincronia tra l’autore e l’ opera, altrimenti essa sarà priva di valore. Nel caso di Quella notte in Polonia si capisce immediatamente che si tratta di una creazione particolare, una storia in cui lui si identifica profondamente e proprio per questo sembra che ui personaggi siano non frutto di immaginazione, ma persone realmente vissute e riportate in vita con la funzione di rendersi messaggio di un passato da non dimenticare.