da Jeremy Attwood.
Sto ritornando in Gran Bretagna dopo essere stato in Italia per alcuni anni. Sono all’aeroporto di Ciampino in un soffocante pomeriggio d’agosto, ma ho ancora tre ore da aspettare. Sono seduto in un angolo dove stranamente ci sono soltanto due sedie. Mi sembra di vedere pochi italiani in partenza. Tutti del nord Europa, abbronzati. Non so definire le espressioni dei loro volti, ma mi sembra di capire che nessuno abbia voglia di andarsene. E io? Che cosa mi porto di questa esperienza italiana? Ho insegnato la lingua inglese in diverse città, da nord a sud e anche nelle due isole principali. La prima cosa che mi viene in mente sapete qual è? Non ridete, please. Non è la tazzina di caffè fumante e aromatica che non gusterὸ allo stesso modo in nessuna parte della Gran Bretagna né il cielo-mare di Ravello (do you know what I mean?)… È la lettera H, invece, che mi viene in mente… Funny! La pronuncia di H inglese è veramente difficile da digerire per gli italiani. Potrei raccontare tanti episodi divertenti al riguardo. Tranne che per i toscani… I toscani la imparano facilmente perché si aiutano con la pronuncia della loro “c”. A parte questa piccola divagazione forse insignificante, cerco di mettermi nei panni di famosi viaggiatori, miei connazionali, del passato, e capire se le cose viste da loro sono le stesse che ho visto io. Sto pensando a Keats, a Shelley, a Byron, a Joyce. E a tanti altri. Nessuno di loro ci ha vissuto tanto a lungo come me, alcune percezioni sono le stesse, altre no. Io, perὸ, ho avuto la fortuna di venirci in tempi moderni, con un lavoro che mi ha permesso di conoscere bene gente e geografia. Allora, per essere onesto, devo dire che mi sento un po’ confuso perché, al di là di stereotipi più o meno veri, io non sono riuscito a capire le vere caratteristiche di questo popolo. Un popolo fatto di tanti popoli. Devo dire così perché da nord a sud, da est a ovest cambia antropologia, architettura, lingua, cultura, clima, insomma un po’ di tutto. Anche città più o meno vicine sono molto diverse tra di loro. Io ho molto viaggiato nella mia vita, ma non saprei veramente dire a quale altro popolo gli “italiani” assomiglino. Prima di venire pensavo che avessero molto in comune con gli iberici. Non è così. Gli unici a cui potrei accostarli sono i Greci precisando che parlo degli italiani del sud, mentri quelli del nord, in gran parte, non tradiscono la loro origine celtica. Le differenze tra il settentrione e il meridione sono molto evidenti in tutto, non saprei veramente individuare qualcosa in comune se non quei talenti per cui sono famosi in tutto il mondo. Io mi sono trovato bene ovunque, sicuramente privilegiato dal fatto di essere straniero. A Milano si vive bene in ogni senso, direi che sia una delle migliori città al mondo per qualità di vita. Anche Torino, ma è meno accessibile di Milano. Una città ideale, veramente europea, è Trieste. Oggi capisco perché tanti intellettuali sono stati attratti da questa città dove tutti gli stranieri possono sentirsi un po’ a casa loro. Io lì, non facevo altro che pensare a Joyce, insegnante d’inglese come me e non facevo altro che ripercorrere i suoi passi… Venezia, città unica, inconfondibile, forte di una identità difficile da scalfire. Il gondoliero è colui che veramente incarna l’anima della città, lui è la sua storia, lui è la sua poesia, lui è lo scrigno dei suoi segreti. Scriverò tanto su questa città, lo farò alla luce della lampshade accanto al caminetto nelle buie e lunghe sere inglesi sostituendo bicchieri di Chianti con sorsi di Guinness. Non dimenticherò l’Università di Bologna, la prima in Europa… E che dire di Firenze, di Siena, di Lucca…di…di…di…un grande elenco. Tra poco devo imbarcarmi, non posso parlare di tutto, scusatemi. La Sardegna e i suoi misteri, il paradiso della Sicilia, il paradiso/inferno di Napoli, le Marche, la Puglia, l’aspra Calabria. E Roma. Come non si può parlare di Roma dove ogni pietra ha secoli da raccontare e dove puoi respirare l’odore dell’eternità! Non credo che vi sia altra città al mondo dove tu puoi passeggiare in più di duemila anni di storia e di cultura in una successione cronologica senza vuoti e senza dettagli. I have to go now. Sorry. Keep in touch, fb Croce di San Giorgio. Arrivederci Italia!