“Il Cappuccino” di Krzysztof Jarzynski , piccola grande Italia della Slesia

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Oggi voglio raccontarvi brevemente la storia e il significato del Bar Ristorante “Il Cappuccino” incastonato nel cuore del Parco di Chorzow, il cui gestore, Krzystof Jarzynski, lascia di portarlo avanti dopo tanti anni dedicati a renderlo un simbolo e un punto di riferimento per il mondo italiano in Polonia. Polacco, dominato da una presenza misteriosa di tutto ciò che è italiano, Krzystof, riesce ad approdare in Italia per la prima volta nel 1974, in piena era comunista, quando lasciare la Polonia non era cosa assolutamente facile. Attratto da quella realtà che aveva per tanti anni soltanto immaginato, decide di passarci periodi lavorativi più o meno lunghi che gli permettono di conoscere la nazione in tutti i suoi aspetti. Acquista in breve tempo una buona competenza linguistica che gli facilita l’accesso al lavoro; inoltre è un ragazzo socievole, diligente, e dotato di uno spiccato interesse per la musica. Molti sono sicuri che la sua voce gli avrebbe permesso grandi traguardi se la sua vita non fosse stata distratta da altri interessi.

Nel 1990, dopo essere ritornato nella sua Polonia ormai libera, crea il Bar Ristorante “Il Cappuccino” che resterà fino ad oggi il suo cordone ombelicale incatenato a quella terra che è diventata la sua seconda patria, o che, probabilmente, lo era stata in vite passate. Agli inizi del nuovo Millennio, la vita mi ha portato a Katowice, nella cui università ho lavorato insegnando italiano e dove ho fondato il Comitato della Società Dante Alighieri. In verità questa istituzione era già stata presente in questa città nel ventennio dell’indipendenza polacca dal 1920 al 1939, anno dell’inizio della guerra. Il mio compito, dietro la spinta dell’ambasciatrice Anna Blefari, fu quello di riesumarla e riattivarla. E’ così che incontro il nostro Krzysztof, con il quale trovo una perfetta sintonia e spirito di collaborazione. Il Cappuccino diventa immediatamente il luogo ideale per i nostri incontri serali in cui si avvicendavano lunghe chiacchierate in un’atmosfera in cui italiani e polacchi potevano conoscersi e realizzare attività che si sarebbero rivelate la spina dorsale di alcuni aspetti della cultura italiana in Slesia. Cene italiane, improvvisazioni canore di cui il nostro amico era il protagonista con il suo Renato zero, Karaoke, dibattiti e tanto altro rendevano questo luogo un punto obbligato per la programmazione dei nostri eventi. Fu così che incominciammo ad ideare i concorsi della canzone italiana, veri e propri mini festival che finirono per attrarre giovani talenti da tutta la Polonia. Alcuni di quei giovani artisti oggi famosi, hanno incominciato la loro carriera proprio da quelle esperienze.

Il nostro sodalizio è durato dodici o tredici anni e, come ogni stagione, ha conosciuto la sua alba e il suo tramonto, ma sono sicuro che l’importanza di quel connubio tra le nostre culture abbia costituito un momento fondamentale soprattutto per coloro che con l’apertura dell’Europa aspiravano ad avere un contatto vero con una rappresentanza che esprimeva i valori fondamentali dell’italianità.

Ringrazio con sentimento di profonda riconoscenza l’amico Krszystof augurandogli un sereno riposo.

Guido

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